Associazione di promozione sociale
Il Teatro del Silenzio è un’associazione giovanile voluta dall’attrice-autrice Federica Sansevero per produrre nuova drammaturgia a partire dall’archetipo della Dea Madre (nella lettura della sociologa americana Riane Eisler). Produce spettacoli con alla base tecniche di teatro di maschera su tematiche etiche il cui senso profondo è la ricerca di uno stile di vita e di pensiero basato sulla compresenza e sulla connessione degli opposti: si crede che la salute consista proprio nell’abbracciare le opposizioni.
Si ricerca spesso uno stile basato sulla sovrapposizione di linguaggi (es. l’immediatezza del clown e la parola filosofica) come nella commedia dell’arte. Lavora sul nesso tra cultura e salute pubblica in sinergia con altre realtà come la cooperativa impresa sociale Athèna: città della psicologia, La Compagnia dei Riservati ed una fitta rete di collaborazioni.
Oltre a produrre spettacoli, il Teatro del Silenzio organizza attività formative, culturali, artistiche e sociali di varia natura.
Teatro etico
e drammaturgia
Il lavoro sul corpo che si propone e la drammaturgia prodotta si fonda su un modo di pensare pluralista che cerca e crea connessioni.
Interventi culturali
e nel sociale
Proponiamo eventi, laboratori, conferenze, progetti sul rapporto tra salute pubblica e cultura.
Teatro di comunità
e formazione
Incontriamo le persone anche e soprattutto attraverso attività laboratoriali aperte a tutti, il cui senso profondo è il risveglio della creatività.
Nuova Drammaturgia
Il Teatro del Silenzio attualmente mette in scena i testi scritti da Federica Sansevero (che nascono a partire da attività laboratoriali rivolte a giovani). Si tratta di un percorso etico e di una ricerca di stile al tempo stesso.
Nuova Drammaturgia
La mia ricerca parte dalle riflessioni della sociologa Riane Eisler (1931) sul tema della violenza nelle relazioni umane, sulle orme dell’archeomitologa Marija Gimbutas, i cui studi sul Paleolitico (tra il 1946 e il 1971), provano come l’accettazione sociale della violenza sia una costruzione culturale, originata da credenze legate ai miti.
La Preistoria sarebbe stata la culla di società armoniose, prive della narrazione di guerre e stupri, e caratterizzate da rapporti umani amorevoli, dal rispetto della natura, da una spiritualità non separata dal corpo, e dalla comprensione della bellezza. Vi si adoravano statuette di Veneri steatopigie, tonde e con punte, simboli del Femminile inteso come un contenitore magico, capace di dare la vita e nutrimento materiale e spirituale, e di incorporare anche il Maschile. La fecondità e la crescita erano i valori della neonata società fondata sull’agricoltura. Le donne erano sacerdotesse e artigiane (producevano coppe e vasi di ceramica per conservare gli alimenti).
A partire dal 6000 a.C, secondo M. Gimbutas, il paesaggio archeologico sarebbe mutato, suggerendo un cambio di paradigma. Infatti, popoli Kurgan, nomadi di matrice indoeuropea, giunti a cavallo con la spada, invasero quelle società pacifiche. La Dea venne “fatta a pezzi”, sopravvivendo, per esempio, nelle divinità femminili del pantheon greco, tristi riduzioni di un intero. Sparirono le ceramiche che furono sostituite dalla spada, emblema di una società gerarchica, basata sullo sfruttamento della natura, delle donne, e degli schiavi. La violenza entra nelle rappresentazioni.
R. Eisler si servirà del valore simbolico della coppa e della spada, per sviluppare la sua teoria della trasformazione culturale, in base alla quale la storia andrebbe letta alla luce di un cambiamento imminente, generato dalla consapevolezza e dall’ interazione dei due sistemi sociali e ideologici conosciuti: l’androcrazia (evocata dalla spada) e la gilania (evocata dalla coppa e dalle Dee Madri).
L’androcrazia (al posto di patriarcato) definisce un sistema sociale gerarchico e competitivo, dominato da uomini con l’uso della forza, basato sulla diseguaglianza tra i sessi e su rapporti di potere. La spada diventa figura di un sapere e di un fare che procede creando divisioni.
La gilania o partnership, è un neologismo che non traduce matriarcato, ma l’unione tra le due metà dell’umanità (dal greco γυνὴ e ảνήρ, ảνδρός donna e uomo) e la loro liberazione dai ruoli tradizionali, dove – l (radice indoeuropea
- li) significa sciogliere o al contrario legare (con riferimento all’inglese link). Vi regna un sistema sociale basato sulla collaborazione. L’immagine della Grande Dea e la coppa ne sono la sintesi concettuale.
Secondo R. Eisler, Il cambiamento sarebbe un problema di salute pubblica, perché essendo radicata una cultura che afferma la supremazia del maschile stereotipato sul femminile stereotipato, la “cura”, associata al femminile inteso come “debolezza”, è esclusa dall’economia con conseguenze tragiche. Per “cura” si intende tutto ciò che garantisca la crescita dell’essere umano e il suo rapporto con la verità: cura medica, cura dei bambini, dell’ ambiente, l’ istruzione, l’ arte, la cultura, il lavoro su di sé.
La Grande Dea come contenitore, quindi, è un’ immagine-concetto esprimente un modo di pensare e di vivere, basato sull’ interdipendenza di esigenze contrarie e anche contraddittorie, capace di conciliare conquista del mondo e interiorità. Essa si oppone alla spada, rappresentante invece l’ analisi, il principio di non contraddizione e l’ opposizione tra idee estreme, che impronterebbero il pensiero maschile.
Apprendiamo che la correlazione di un concetto col suo contrario è normale, anche dalla teoria della relatività, dal misticismo, dalle filosofie orientali, dalla psicanalisi e dall’ arte in genere.
Da tutto ciò emerge che l’ ambivalenza ( l’ atto di rifiutare la scelta tra due posizioni in contrasto), sarà la condotta etica del nuovo mondo, necessitante di una sua azione rappresentativa. Ad un aut aut, o questo o quello, si preferirà un sive sive, ora questo ora quello, a seconda della funzionalità. Il dualismo patriarcato/matriarcato sarà sostituito da una relazione complessa e nuova tra entrambi i sistemi.
Altri sociologi contemporanei, come Rifkin e Maffesoli, assumono posizioni simili, definendo l’empatia come la vera natura dell’essere umano in transizione verso una nuova era, in cui le relazioni sostituiranno i conflitti. E sarebbe, quindi, già in atto un vero e proprio mutamento antropologico a cui manca un linguaggio.
Tutto questo interessa senza dubbio il teatro, che è un rito esprimente una religiosità arcaica dove il pensiero non è separato dal corpo, e dove l’azione procede attraverso l’ alternanza di opposizioni da conciliare, con l’obiettivo di produrre nello spettatore una guarigione, equilibrando l’ emisfero destro e “musicale” del cervello con quello sinistro razionale. Lo spettacolo dal vivo, poi, ha ampiamente partecipato al processo di emancipazione delle donne, tramite il suo potere di indurre gli spettatori al cambiamento. Credo, quindi, che quest’ arte complessa fatta di più linguaggi simultaneamente, e legata all’ antropologia, sia la forma espressiva più corrispondente alla filosofia gilanica.
Mi piace, quindi, indagare con un approccio multidisciplinare su quelle esperienze performative che cercano un linguaggio nuovo per esprimere l’avvento di una società nuova, sintesi di Post-modernità e Paleolitico ( il cui mito di riferimento è la Dea Madre come contenitore di opposizioni, rapporto col mistero, con la bellezza e dispensatrice di cura) e focalizzandomi sul teatro in tutte le sue declinazioni, ma con nessuna preclusione per il genere o le altre arti, unendo etica ed estetica, nel tentativo di una ridefinizione del Femminile.
E’ quindi interessante trovare una forma rappresentativa per un nuovo mondo caratterizzato da una nuova etica dove patriarcato e matriarcato sono interdipendenti!? Che forma è?
Cercando risposte,le inclinazioni personali,i testi di Riane Eisler, studi di alchimia, gli scritti di Sylvia Plath ( a sua volta ispirata da La Dea Bianca del Graves) e la lettura dei saggi di Zigaina sulla morte di Pasolini, mi hanno dato le coordinate per un vero e proprio stile:
1) Raccontare cose serie in stile ludico. Secondo il Graves, spetta a giullari e giullaresse tramandare il messaggio della Dea, attraverso uno stile comico e simbolico. Da qui l’idea di servirsi di un clown per raccontare il Sacro legato al Femminile.
2) Ricercare la multidisciplinarietà e l’interazione tra linguaggi diversi.
3) Partire dalla propria biografia per scrivere testi che assumano un valore universale, da recitare in modo “esteriore” per prenderne le distanze.
4) Dire la verità dissimulandola.
5) Utilizzare la maschera per rivelarsi a sé stessi.
6) Dare particolare importanza alla fisicità ed alla veste sonora della parola.
7) Inscenare riti di morte e rigenerazione che debbano produrre un’autotrasformazione.
8) Far riflettere su questioni etiche, denunciando l’ipocrisia che caratterizza le società di tutti i tempi che nasce dall’ipocrisia nel matrimonio, dai tabù sessuali, e dalla doppia morale che induce a credere che sia normale dire una cosa e farne un’altra
9) Affrontare questioni di genere, sapendo che le relazioni tra il Maschile e il Femminile condizionano tutti gli ambiti della società.
10) Parlare d’amore.
11) Inventare parole nuove
12) Mostrare la relazione tra amore e linguaggio.
13) Ambientare gli spettacoli in luoghi rappresentativi di passaggi da uno stato ad un altro (BORDER THEATRE).
14) Mostrare la compresenza degli opposti (casa e viaggio, razionalità e intuizione, materiale e spirituale, guerra e pace etc.)
15) Esprimere gioia. In una prospettiva spinoziana Deus sive Natura. Si crede che l’amore per la creatività e la bellezza siano la base dell’apprendimento e un modo di rapportarsi col mistero della vita e della morte-
16) Giocare molto.
17) Tendenzialmente il regista ed il drammaturgo sono la stessa persona come nel Teatro Greco antico.
18)Rappresentare la figura temporale dell’attesa, esattamente un secondo prima che…. tutto ricominci.
19) La scenografia, se c’è, deve avere una forte valenza simbolica.
20) Creare una dimensione d’ascolto particolare con la musica dal vivo.
21) La tecnica deve servire ad esprimere una necessità interiore sempre in bilico tra persona e personaggio.
22) Usare la parabasi. L’autore può uscire dal personaggio ed esprimere il proprio punto di vista.
Il clown che ho in mente è un attore che possiede gli strumenti del teatro popolare ma utilizzati con un senso metafisico. Vive su una soglia temporale, il prima di …. ricominciare. Coincide in parte col clown beckettiano.
BIBLIOGRAFIA:
Riane Eisler, Il calice e la spada. La civiltà della Grande Dea dal neolitico ad oggi, Udine, Forum, 2012.
Riane Eisler, Il piacere è sacro. Il potere e la sacralità del corpo e della terra dalla preistoria ad oggi, Udine, Forum, 2014.
Riane Eisler, La vera ricchezza delle nazioni. Creare un’economia di cura, Udine, Forum,2015.
Riane Eisler, L’infanzia di domani. Un contributo per l’ educazione alla partnership nel XXI secolo, Udine, Forum, 2016.
Riane Eisler, Il potere della partnership. Sette modalità di relazione per una nuova vita, Udine, Forum, 2018.
Alain Touraine, Il mondo è delle donne, Il Saggiatore, Milano, 2009.
Jeremy Rifkin, La Civiltà dell’Empatia, Milano, Mondadori, 2010.
Michel Maffesoli, Homo Eroticus. Des communions émotionnelles, Paris, CNRS, 2012.
Gertrud Von Le Fort, La Donna eterna, Caldonazzo, Estrella de Oriente, 2015.
James Hillman, La Giustizia di Afrodite, Capri, La Conchiglia, 2007.
Luigi Zoja, Giustizia e Bellezza, Torino, Bollati Boringhieri, 2007.
Jean S.Bolen, Le dee dentro la donna, Roma, Astrolabio, 1991.
Jean S.Bolen, Gli dei dentro l’uomo, Roma, Astrolabio, 1994.
Ted Hughes, Shakespeare and the Goddess of complete being, New York, Barnes and Noble, 2009.
Robert Graves, La Dea Bianca, Milano, Adelphi, 2012.
Sylvia Plath, La campana di vetro, Milano, Oscar Mondadori, 1992.
A. Alvarez, Le Dieu Sauvage. Essai sur le suicide, Paris, Mercure de France, 1972.
Giorgio Van Straten, Storie di libri perduti, Bari, Laterza, 2019.
Petra Van Cronenburg, Madonne nere. Il mistero di un culto, Roma, Arkeios, 2004.
Cristina Balma Tivola, Identità in scena. Etnografia del caso Alma Teatro (1993-2003), Roma, Aracne, 2008.
Guy Scarpetta, L’impuro, Milano, Sugarco, 1985.
Giangiorgio Pasqualotto, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d’oriente, Venezia, Marsilio, 2002.
Peter Brook, Lo spazio vuoto, Roma, Bulzoni, 1998.
Samuel Beckett, Teatro Completo, Torino, Einaudi-Gallimard, 1994.
AAVV, Un mestiere chiamato desiderio. Interviste sull’ arte del teatro, Roma, Minimum, 1999.
Gilberto Pressacco, Viaggio nella notte della Chiesa di Aquileia, Udine, Gaspari editore, 2002.
Gilberto Pressacco, Canti nelle notti friulane, Pordenone, Biblioteca dell’Immagine, 2002.
Carlo Ginzburg, I Benandanti,Torino, Giulio Einaudi Editore, 1979.
Carlo Ginzburg, Storia notturna,Torino, Einaudi,1989.
L. Ciceri e AAVV, Aspetti di religiosità popolare in Friuli, Pordenone, Concordia Sette, 1980.
Enza Chiara Lai, A peste , fame et bello … Donne, streghe, benandanti. Vita quotidiana e inquisizione nel Friuli del XVII secolo, Pasian di Prato, Ribis, 2009.
Michel Foucault, L’ uso dei piaceri, Milano, Feltrinelli, 2002.
Michel Foucault, Discorso e verità, Roma, Donzelli, 2005.
Olivier Razac, L’Écran et le zoo, Paris, Denoël, 2002.
Giuseppe Zigaina, Pasolini e la morte. Mito, alchimia e semantica del “ nulla lucente ”, Venezia, Marsilio,1995.
Giuseppe Zigaina, Pasolini. Un’ idea di stile: uno stilo, Venezia, Marsilio, 1999.
Giuseppe Zigaina, Pasolini e il suo nuovo teatro. “ Senza anteprime, né prime né repliche ”, Venezia, Marsilio, 2003.
Mircea Eliade, Mito e realtà, Roma, Borla, 1993.
Roberta Garofalo, Il Teatro di Marta Cuscunà. Trilogia delle Resistenze Femminili,
Tesi di laurea in Organizzazione dello spazio teatrale presso l’ Università di Bologna, Relatrice Prof.ssa Cristina Valenti, 2015-2016.
Atti del convegno L’ arte delle donne.Teatro, musica, arti figurative, Pordenone 28 settembre 2013.
Kossi Efoui, Oublie!, Paris, Lansman, 2009.
Kossi Efoui, Le Carrefour, Paris, L’ Harmattan, 1990.
Loie Fuller, Quinze ans de ma vie, Paris, Société d’Edition et de Publications, 1905.
Il Mostro
La Ricerca
Labirinto Madre
Incantamento
Pelle su pelle
Smisurata bellezza
Doppia visione
Cosa vedi?
Canto alle donne di mare
Saggio di volo
Teatro Di Comunità
Teatro di comunità
Questi laboratori fanno luce sul “mistero dell’attore”, ovvero su tutte quelle attività che un attore fa per arrivare a recitare. Alla base le ricerche “antropologiche” di registi come Peter Brook che negli anni Sessanta- Ottanta sono andati alla ricerca delle origini rituali del teatro in altre culture.
Ci restano tecniche del corpo basate sul respiro, l’ascolto del ritmo e del gruppo, l’immaginario il cui fine è toccare e esprimere parti profonde di sé inserite in una più ampia memoria collettiva.
Non è il corpo in competizione che interessa, ma il corpo come medium di energie più ampie e non egotiche.
Questo corpo capace di veicolare contenuti filosofici diventa lo strumento capace di renderci aperti all’altro ma anche di vivere un quotidiano denso, ricco di grazia e bellezza: una tattica per resistere contro ogni progetto maligno di trasformare un essere umano in una cosa.
Spesso i laboratori si concludano con una dimostrazione di lavoro che si vuole ben fatta e curata, anche se la realizzazione di uno spettacolo non è l’obiettivo principale. A volte ci sono delle belle sorprese perché 1+1 non fa mai 2!
Progetto “Il corpo: radici ed ali” e “Il corpo: gruppo teatrale interscolastico”
L’Arternanza scuola-lavoro presso il Liceo Percoto
Percorso sull’affido con l’Accademia dell’Incontro
Corso permanente di drammaturgia bioenergetica
Peste e Rinascimento
Progetto di cittadinanza attiva “Cura curae destinazione di cura”
Progetto “L’arte libera dalla prigione dell’indifferenza”
Respira La Cultura
Siamo partner di Respira La Cultura
il portale degli eventi di Palmanova, città UNESCO.
Iscriviti alla newsletter
di Respira La Cultura
Spettacoli, concerti, conferenze, incontri… Tanti interessanti eventi per farti vivere la cultura del nostro Friuli!
Ancora un passaggio:
accedi alla tua casella email e conferma la tua iscrizione
Vuoi scoprire di più su questa bella iniziativa?
Gli eventi di Respira La Cultura
"Respira la Cultura" e "Accademia musicale Città di Palmanova" presentano
ACCADEMIA DELL’INCONTRO
Si darà vita ad una fitta rete di eventi culturali su tematiche sociali valorizzando i luoghi che li ospitano: teatro, concerti, conferenze interattive, incontri con autori ed associazioni, interventi nel sociale, dipanati tra febbraio e novembre 2022. Il nucleo tematico sarà la connessione tra lo sviluppo del linguaggio e dei nuovi linguaggi e lo sviluppo della sensibilità verso l'Altro. Si crede, inoltre, che gli eventi culturali producano salute pubblica. Scopo del progetto è creare connessioni e relazioni inedite tra professionisti di diversi ambiti. Alcuni nomi: Giuliana Musso, Alessandro Ruzzier, Sergia Adamo, Damiano Cantone, Raffaello Indri, Flavia Quass, Michele Pucci, Mariko Masuda, Claudia Mavilia, Caterina Croci, Cristina Spadotto (Sybell), Giuseppina Guarino, Stefano Perini, Federica Sansevero, Sonia Cossettini, Riccardo Cardelli e molti altri.
Gli eventi saranno distribuiti principalmente tra Udine e Palmanova e le ville della Bassa.
Partner del progetto sono: Teatro del Silenzio aps, La Compagnia dei Riservati, Teatroclub, Coop. sociale Athena Città della psicologia, Educhè aps, Ricerche e Risorse onlus, Servizi Sociali del Medio Friuli, Servizi Sociali del Torre, Territori delle Idee, Sala d'arme Achille Marozzo, Comune di Palmanova, Comune di Santa Maria La Longa, Comune di Trivignano Udinese,A+AUD aps, Gastronomica Friulana, ISIS Raimondo D'Aronco di Gemona, Casa di riposo Ardito Desio e Spazio Oblò (UD).